19 aprile
2013
  COMUNICATI

SIANO I CATTOLICI AL CENTRO DELLA RIPRESA




 

Ci troviamo con due punti fermi, un Presidente del Senato, Pietro Grasso e un Presidente della Camera, Laura Boldrini, del SEL che rappresentano meno del 30% dei voti e  con l’attuale Presidente della Repubblica, l’ottimo Napolitano alle prese con un ingrato compito.

Un'altra certezza è una legge elettorale insostenibile, ma politicamente difesa in modo bipartisan durante il governo Monti; l’Italia è oggi rappresentata a tutti i livelli istituzionali da un partito che rappresenta appena un quarto dell’intero elettorato e alla mercé di un movimento-setta di un comico.

Aspettiamo di vedere cosa succede nelle prossime settimane per la formazione del nuovo governo e l’elezione del nuovo presidente della Repubblica, che auspichiamo veramente super partes: con i montiani silenti e divisi, i grillini ora uniti ora divisi, il centrodestra fuori da qualsiasi rappresentanza istituzionale ed incapace di lanciare una proposta politica veramente nuova e autonoma, prigioniera di vecchi scheletri. Il disegno bersaniano di un’alleanza con il movimento di Grillo ci ha offerto, nelle scorse settimane, un cervellotico programma di otto punti, programma che forse andava chiaramente enunciato nelle settimane elettorali, mentre il Paese ha bisogno di stabilità. Una seria riflessione si imporrà a quanti nel PDL, nel PD e nella residua pattuglia centrista non condividono la deriva di un partito minoritario nel Paese, che sta creando i presupposti di una gestione autoreferenziale e sostanzialmente antidemocratica. Con la prospettiva finale che “a sbattere” andrà l’Italia: non solo alcuni dei “presenti leader” politici cosa di per sé, quest’ultima, altamente positiva.

E’ l’ora che i cattolici si sveglino dal torpore in cui sono “caduti” a seguito delle ultime vicende accadute dopo Todi2, e non si arrendano al declino, alla irrilevanza.

La realtà è che i cattolici quando si sottomettono alla logica dei partiti appoggiandoli là dove gli viene riconosciuto uno scampolo di presenza (e potere), sono ben accetti (al prezzo del loro silenzio). Anche se, alla prima occasione, vengono spesso cestinati; quando, invece, puntano a ricomporre un movimento ispirato a valori di riferimento diventano scomodi e si tenta in tutti i modi di ostacolarli. Ecco perché i “cattolici scomodi” non possono arrendersi all’idea di recuperare una comune matrice politica, che consenta la formazione di un programma ispirato ai principi che garantiscono i diritti della persona (partecipazione; rappresentanza; libertà; diritti naturali: vita, famiglia; solidarietà; sussidiarietà; lavoro ecc.). Ecco perché abbiamo ripreso a parlare di una nuova Camaldoli: per offrire al Paese un progetto prima culturale poi, eventualmente, politico in grado di affrontare le grandi emergenze - etico-morali, istituzionali, rappresentative e sociali - per una nuova “visione” dell’intero Paese, per un nuovo progetto, per essere “presenti” nella nuova stagione costituente che ci attende.

 



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